“L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato ieri, 22 luglio 2024, il provvedimento con il quale viene stabilita la percentuale del credito d’imposta effettivamente fruibile, in relazione al credito d’imposta ZES di cui all’art. 16 del D.L. 124/2023, ossia il 17,67% del credito d’imposta prenotato dalle imprese. È un provvedimento che spegne definitivamente l’entusiasmo delle imprese che avevano deciso di investire nelle aree della “ZES unica Mezzogiorno” perché, nella migliore delle ipotesi, si potrà beneficiare di un contributo pari a circa il 10% dell’investimento, a fronte del 60% promesso: un po’ poco per una misura nata per stimolare gli investimenti”. Lo afferma Francesco Cataldi, presidente dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili.
“Va sottolineata ancora una volta – spiega Cataldi – la mancata pianificazione legata al provvedimento. Le istanze di prenotazione del credito d’imposta erano infatti presentabili dal 12 giugno al 12 luglio: vi è stato un intenso lavoro da parte dei professionisti e delle imprese al fine di poter presentare le stesse nei termini previsti, sostenendo costi e, come spesso accade, senza poter fare affidamento su chiarimenti da parte dell’Amministrazione finanziaria, che sono arrivati il giorno prima della scadenza di presentazione delle istanze”.
Per Roberto Gennari, consigliere di giunta dell’UNGDCEC, “è evidente che sia stato commesso un errore di valutazione nella predisposizione della misura, perché il differenziale tra l’entità del contributo previsto e quello definito dall’Agenzia delle Entrate appare decisamente ampio. Le imprese si troveranno pertanto a dover scegliere se abbandonare il progetto d’investimento, quando ancora possibile, oppure proseguire, nella speranza che la percentuale definitiva di aiuto, che si scoprirà solamente a marzo 2025, possa essere più generosa rispetto a quella prospettata. Si tratta a tutti gli effetti di una scommessa per le imprese, che, ancora una volta, devono effettuare investimenti, senza una programmazione dettagliata, mettendole in difficoltà, unitamente ai professionisti che le assistono”.
Cataldi e Gennari rimarcano infine che, come già ribadito in occasione del XVIII Forum dei giovani commercialisti, “è necessario un deciso cambio di rotta: per stimolare la crescita servono certezze a imprese e professionisti. Invitiamo quindi tutte le forze politiche e le istituzioni a riesaminare la situazione, auspicando un tavolo di confronto con imprese e professionisti, per individuare soluzioni condivise che possano migliorare l’efficacia di una misura che potrebbe rappresentare un vero strumento di sviluppo economico e sociale per il nostro Paese, se opportunamente modificata”.
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