La Nature Restoration Law “è una legge che rischia di aumentare le incombenze per gli agricoltori”
La Nature Restoration Law è “una legge che rischia di aumentare gli oneri per gli agricoltori”. Intanto, l’annunciato Piano per l’agricoltura “deve essere accompagnato da misure per la ripresa delle molteplici funzioni delle imprese agricole, a partire dalle biotecnologie, dall’innovazione tecnologica e dalla produzione di energia”.
Queste le parole del presidente di Confagricoltura, M. Giansanti, in un’intervista a ilSussidiario.net nel giorno della partecipazione al meeting di Rimini.
“La Nature Restoration Law rischia di aumentare gli oneri a carico degli agricoltori e di compromettere nuovamente la produttività, e quindi la sicurezza degli approvvigionamenti e l’equità dei prezzi per i consumatori. Sebbene il testo sia stato migliorato rispetto alla prima bozza, il documento rimane insoddisfacente in quanto non tutela i terreni agricoli e non prevede finanziamenti sufficienti per raggiungere gli obiettivi prefissati”.
Pertanto, secondo il presidente di Confagricoltura, “se le misure volte alla svolta green non saranno sufficientemente bilanciate con quelle volte alla competitività e al sostegno alle imprese, perderemo sempre più imprese lungo il percorso e avremo agricoltori che si allontanano sempre più da un ‘comune sentire europeo’”.
Pertanto, “i Piani annunciati per l’agricoltura, con i necessari adeguamenti ai cambiamenti climatici e una strategia di gestione delle risorse idriche, sono essenziali per garantire il futuro del settore agricolo e dell’Europa, ma devono essere accompagnati da misure per riavviare la multifunzionalità delle imprese agricole, a partire dalle biotecnologie, dall’innovazione e dalla produzione di energia”.
“La crescita delle agroenergie rappresenta, ad esempio, lo strumento più efficace per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione nei diversi settori di produzione e un volano della nostra economia (agricoltura, industria e servizi)”. Effettivamente, “l’agricoltura non solo partecipa alla transizione energetica attraverso investimenti diretti, ma contribuisce anche a costruire filiere specifiche grazie alla disponibilità di energia agricola”.
Ciro Di Pietro
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