ROMA – Il presidente Donald Trump ha espulso oltre duecento migranti venezuelani verso El Salvador, nonostante un giudice federale avesse sospeso l’ordine di deportazione. È accaduto ieri e i 238 cittadini si trovano già in un istituto penitenziario del paese latinoamericano, specifico per reati di terrorismo.
Come ricostruisce la stampa internazionale, l’inquilino della Casa Bianca ha accusato i migranti di essere membri del gruppo Tren de Aragua, inserita da Washington nella lista dei gruppi terroristi. Le autorità statunitensi hanno proceduto con la deportazione poiché la sospensione del tribunale federale sarebbe arrivata troppo tardi, quando gli aerei erano già in volo. “Oops… troppo tardi” è il commento scritto su X dal presidente di El Salvador, Nayib Bukele, seguito dall’emoji delle risate.
Anche Trump, sulla sua piattaforma Truth, ha commentato l’operazione: “Questi sono i mostri mandati nel nostro Paese dal corrotto Joe Biden e dai Democratici di Sinistra Radicale. Come osano! Grazie a El Salvador e, in particolare, al Presidente Bukele, per la comprensione dimostrata in questa situazione orribile, che l’incompetente leadership democratica ha permesso che accadesse negli Stati Uniti. Non dimenticheremo!”.
Nello stesso post ha condiviso video che mostra il trasferimento forzoso dei presunti criminali, rasati e ammanettati, a bordo degli aerei che li avrebbero portati da li a poche ore nel Centro de confinamiento del Terrorismo (Cecot), a Tecoluca, una struttura da 40mila posti costruita nel 2022.
A confermarne l’arrivo, lo stesso presidente di El Salvador, Nayib Bukele, in un post su X, aggiungendo che per il gruppo scatta un anni di detenzione “rinnovabile”. L’impiego della struttura salvadoriana rientra in un accordo stretto il mese scorso tra Bukele e il segretario di Stato Marco Rubio. Il governo di Caracas ha condannato l’operazione di ieri, accusando Washington di “criminalizzare” i migranti venezuelani: “La stragrande maggioranza di loro sono lavoratori onesti e dignitosi” si legge in una nota di Caracas.
Bukele ha fatto della Difesa dell’ordine pubblico una delle priorità della sua politica. Questo gli è valso anche accuse di brutalità e abusi da diversi organismi e difensori per i diritti umani. Quanto a Trump, per questa operazione il presidente statunitense ha invocato l’Alien Enemies Act, una legge del 1798 che consente al governo di arrestare, detenere e deportare i migranti irregolari di età superiore ai 14 anni non naturalizzati e “accusabili di effettiva ostilità contro gli Stati Uniti”, senza concedere loro un colloquio per ottenere l’asilo o un’udienza nei tribunali per l’immigrazione. La legge è stata usata tre volte finora, l’ultima durante la Seconda Guerra Mondiale.
TRUMP: “È MIO SOLENNE DOVERE PROTEGGERE IL POPOLO AMERICANO DA QUESTA INVASIONE”
“Tren de Aragua (TdA) opera in collaborazione con Cártel de los Soles, l’impresa di narcoterrorismo sponsorizzata dal regime di Nicolas Maduro con sede in Venezuela, e commette crimini brutali, tra cui omicidi, rapimenti, estorsioni e traffico di esseri umani, droga e armi- si legge in una nota della Casa Bianca-. TdA è coinvolta e continua a essere coinvolta in migrazioni illegali di massa verso gli Stati Uniti per promuovere i suoi obiettivi di danneggiare i cittadini statunitensi, minare la sicurezza pubblica e supportare l’obiettivo del regime di Maduro di destabilizzare le nazioni democratiche nelle Americhe, compresi gli Stati Uniti”.
“In qualità di Presidente degli Stati Uniti e Comandante in Capo, è mio solenne dovere proteggere il popolo americano dagli effetti devastanti di questa invasione”, si legge riguardo la decisione di Trump.
“I nemici stranieri arrestati ai sensi del presente proclama- spiega la nota- saranno soggetti a detenzione fino al loro allontanamento dagli Stati Uniti nel luogo di detenzione che potrà essere indicato dagli ufficiali responsabili dell’esecuzione del presente regolamento”.
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