La premier non accetta le dimissioni. Opposizioni all’attacco
Roma, 5 set. (askanews) – Un’intervista confessione. Il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano con un’intervisa al Tg1 vuole far chiarezza sul caso Boccia, tra lacrime e scuse. L’ex direttore del Tg2 innanzitutto ha chiarito di aver rassegnato le dimissioni a Giorgia Meloni, ma che sono state respinte da Palazzo Chigi: “La presidente del Consiglio mi ha detto di andare avanti e di chiarire subito il punto di verità”.Poi ha ammesso la relazione con Maria Rosaria Boccia, mancata consigliera del ministero della Cultura; mostrando i suoi pagamenti per i viaggi con lei, assicurando che “mai un euro dal ministero è andato” all’imprenditrice.Commosso ha chiesto scusa alla moglie, alla premier Meloni e al governo, per l’imbarazzo provocato da una storia privata con risvolti pubblici, precisando di aver interrotto la relazione l’8 agosto proprio per l’attivismo della Boccia sui social, dove a più riprese ha condiviso documenti del ministero, video rubati con occhiali speciali e loro foto. Il ministro però ritiene di non essere ricattabile, anche se non esclude che il caso possa trasformarsi in giudiziario.Resta comunque il caso politico che ha ovviamente scatenato l’ira delle opposizioni, che chiedono al ministro di riferire in parlamento. La segretaria dem Elly Schlein attacca: “Sembra Beautiful e denuncia un “uso privato della tv pubblica”.La maggioranza, con dei distinguo, continua a sostenere Sangiuliano: il leghista Salvini dice: “Mi fido dei colleghi con cui lavoro”, mentre Donzelli di Fratelli d’Italia spiega che nessuno ha mai tolto la fiducia al ministro.Lei insiste sui social e di fronte alla tv con i pop-corn commenta. “Spero di non doverlo smentire ancora” e poi ancora: “Bugie. Su questo terreno non sono ricattabile”.La vicenda potrebbe comunque finire in tribunale, perchè il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli ha presentato al posto di Polizia della camera un esposto indirizzato alla Procura della Repubblica di Roma sulla vicenda del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.